ITALIA - FOIBE IL GIORNO DEL RICORDO: MEGLIO UN MESE A DACHAU CHE UN'ORA A GOLI
DATA NOTIZIA: 10/02/2014 - FONTE NOTIZIA: Salvatore Calà
 

FOIBE IL GIORNO DEL RICORDO: Mario Bontempo: “Meglio un mese a Dachau che un'ora a Goli. Intervista con lo storico Enzo Caputo

Tra il 1943 e il 1947 furono gettati vivi in Istria e Dalmazia quasi diecimila italiani. La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943. I partigiani slavi si vendicarono contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano 'nemici del popolo?. Ma la violenza è destinata ad aumentare nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'Istria per continuare poi fino al 1947. Dal 2004, grazie ad una legge l'Italia ricorda i suoi caduti. Una pagina buia in cui storia, revisionismo e ideologia si confondono.

Sull'argomento lo storico e collega Enzo Caputo ha scritto un libro “Maria Pasquinelli dal pantano d'Italia è nato un fiore”.

D.- Sono passati tanti decenni da quei tristi avvenimenti ma la “verità vera” non sembra così facile da capire. Cosa ne pensi?


R- E' penoso scavare nel forzato oblio di un passato sanguinoso e violento ma bisogna farlo, spogliandosi di appartenenze e ideologie. Solo così si può pensare di capire in parte, ma solo in parte, ciò che accadde. Ho voluto “esplorare” le Foibe con Maria Pasquinelli, classe 1913; la “pasionaria”, nata dalla scuola mistica fascista, che per prima si occupò di infoibati. Maria il 10 febbraio 1947 uccise a colpi di pistola il comandante della guarnigione britannica a Pola, il brigadiere generale Robert W. De Winton, reo di essere il rappresentante più alto in grado delle potenze vincitrici responsabili di aver ceduto alla Jugoslavia una buona fetta d’Italia.

D- Cosa successe in quegli anni?

R- Le forze Titine, specie dopo la vittoriosa avanzata del “IX corpus sloveno” approfittando dello sbandamento dell'esercito italiano, assetati di vendetta cominciarono ad arrestare tutti gli italiani che capitavano loro sottomano buttandoli poi, vivi, in cavità carsiche molto profonde con macabri rituali. A “scoprire” per prima questi buchi neri fu proprio Maria Pasquinelli che si adoperò, dopo che i tedeschi nel 43 riconquistarono l'area, a recuperare dalla cavità della terra i poveri corpi martoriati. Lo fece per amor di Patria anche se non mancarono quelli che videro nel suo operato un'azione propagandistica contro i comunisti di Tito. Sta di fatto che i tedeschi concessero il loro aiuto con il contagocce e una volta la arrestarono pure. Basovizza, Pisino e tante altre località furono teatro di infoibamenti. A Pisino in particolare gli italiani furono radunati in gran numero per essere poi buttati nella spelonca.

D- Perche tutto questo?


Foibe: 10 febbraio, la Giornata del ricordoR- Potrei dire per la follia degli uomini e della storia, sarebbe però riduttivo tacere i massacri dell'esercito italiano, mirati all'italianizzazione di quelle terre, i suoi campi di concentramento come Gonas, dove migliaia di bambini croati furono lasciati morire di fame o gli ordini farneticanti dei Mussolini della serie: “Qui si ammazza troppo poco”.

Con l'ignobile armistizio e il fuggi fuggi proprio di quei gerarchi che si erano macchiati dei crimini più orrendi, successe che, a trovarsi scoperti, altre a molti “fascistelli” che si erano macchiati di orrendi delitti, furono tantissimi civili e reparti dell'esercito italiano, specie dei carabinieri e della finanza che furono vittime di atroci violenze da parte dei titini.

I numeri degli uccisi variano a secondo delle ideologie degli storici che li hanno contati. Non voglio “azzardare” cifre per rispetto dei morti, ma furono migliaia e la loro fine fu atroce. Dimenticati dalla storia, sacrificati alla politica degli equilibri internazionali hanno dovuto aspettare 50 anni per avere un cenno nei libri di storia mentre ai loro criminali lo Stato Italiano ha dato la pensione di vecchiaia.

D- E degli italiani (molti anche partigiani e comunisti) imprigionati nei campi di concentramento del maresciallo Tito cosa ne fu?

R- Morirono a migliaia, per loro valgono le parole di un artigliere delle nostre parti, Mario Bontempo: “Meglio un mese a Dachau che un'ora a Goli. Lui era stato internato in entrambi i campi.

D- Come li ricorderesti oggi?

R- La morte, l'eroismo, il sacrificio non hanno bandiere, a loro va il “nodo alla gola” che provai guardando, 5 anni fa, un cimitero dove giaceva “il ricordo” di una decina di italiani infoibati costruito nel 2001 in Slovenia. Fu più forte di me pensare alle parole dedicate dagli “Ich Liebe Dich”, ai ragazzi di Berlino della “Charlemagne”: -“destinati per troppo tempo ad essere dimenticati dai libri di storia... di loro nessuno vuole saperne più niente . A loro un saluto. In alto i cuori”.

Salvatore Calà


Foto: L'ingresso di una delle cosiddette " foibe carsiche " dove i partigiani di Tito hanno gettato centinaia di italiani tra il 1943 e il 1947 Credits: MONTENERO-ARCHIVIO / ANSA / PAL

 
 
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